Il Partico Comunista Cinese festeggia cento anni, e questo è già un traguardo storico. La classe dirigente comunista è riuscita a non soccombere alle sfide interne e alle pressioni esterne, guidando il paese verso traguardi impensabili qualche decennio fa.
Il Partito Comunista di oggi, con i suoi 95,148 milioni di membri e 4,864 milioni di organizzazioni di base, ha Xi Jinping come cuore, e il suo Pensiero sul Socialismo con caratteristiche cinesi di nuova era come spirito. Tale pensiero conosce ad oggi cinque declinazioni, e non ne esclude di future. Queste sono: il Pensiero economico, il Pensiero sulla civiltà ecologica, il Pensiero sugli affari esteri, il Pensiero sul rafforzamento dell’esercito, il Pensiero sullo stato di diritto.
Xi Jinping ha traghettato la Cina e il Partito in una nuova stagione politica, e il suo pensiero ne è causa e conseguenza. Esso cristallizza l’esperienza centenaria di governo del paese e rappresenta l’ultimo risultato nella grande sfida di creazione del modello politico socialista con caratteristiche cinesi. La via cinese del socialismo era stata avvertita come necessità e indicata come percorso già dai precedenti segretari generali del Partito. Con Xi Jinping assistiamo all’ultimo tentativo, in ordine temporale, di sinizzazione del socialismo. Nella formula “socialismo con caratteristiche cinesi” troviamo l’occidente e la Cina riuniti in un’unica formula identitaria. Il socialismo, estraneo alla cultura tradizionale cinese ed importato dall’occidente, deve fare i conti con le caratteristiche sociali, economiche, politiche, storiche, cinesi. Le esigenze economiche sono state quelle che hanno maggiormente dettato, e continuano a dettare, l’agenda delle riforme cinesi. Non a caso Xi Jinping inizia il suo discorso celebrativo (indirizzato ai compagni e agli amici – in cinese 朋友dove il carattere友 riprende il concetto confuciano di amicizia, di cameratismo, di collettivismo, ed indica l’unica relazione di uguaglianza ammessa, quella appunto tra amici. Nel lessico politico cinese attuale si parla di 友善amicizia/socialità, uno dei valori centrali del socialismo cinese) ricordando il primo grande storico traguardo della costruzione di una società moderatamente prospera in ogni ambito. Il traguardo successivo sarà la costruzione di un paese socialista moderno in ogni ambito. Per tale motivo le recenti riforme economiche e politiche parlano sempre più di “qualità” e non di “quantità”. Assisteremo dunque al tentativo di un grande salto di qualità.
Anche l’autorappresentazione culturale cinese farà un salto di qualità, muovendo i passi da un altro concetto politico fondamentale di Xi Jinping: l’“autostima culturale” (文化自信). “Autostima” è una parola forte, che si oppone a “umiliazione”. La nuova Cina deve avere autostima, essere orgogliosa delle proprie radici culturali e della propria storia. Non a caso il governo cinese finanzia imponenti progetti di ricerca sulla storia cinese, destinati principalmente a ricerche archeologiche (mi riferisco al 中华文明探源工程 avviato nel 2001). L’obiettivo è di risalire fino alla dinastia Xia, dimostrare la continuità storica plurimillenaria di una civiltà contemporanea a quella dell’antico Egitto, e ricordare al mondo intero i contributi del popolo cinese all’umanità, a partire dall’uomo di Pechino (Homo erectus Pekinensis). Fondamentale a tale scopo il ritrovamento di Shuanghuai shu (双槐树) avvenuto in piena pandemia e quasi completamente ignorato in occidente. Da non dimenticare inoltre che la cultura/civiltà è un altro dei dodici valori centrali del socialismo con caratteristiche cinesi.
La storia è costitutiva dell’identità cinese e guida lo sviluppo del paese. Oltre alla cultura tradizionale c’è la tradizione culturale, l’innovazione della tradizione, che passa per la storia recente del celeste impero e la sua metamorfosi in una moderna repubblica popolare. Xi Jinping lo ricorda chiaramente nel suo discorso e ribadisce come il Partito sia sempre stato in grado di interpretare i bisogni del popolo e di garantirne il soddisfacimento.
Senza il Partito comunista, dice il segretario generale, non ci sarebbe la Cina. Le sorti del Partito influenzano le sorti della Cina, le sorti della Cina influenzano le sorti del mondo, di conseguenza le sorti del Partito comunista cinese influenzano le sorti del mondo. Basta il numero dei suoi membri, oltre 95 milioni, a ricordarcelo. Questo Xi Jinping lo sa molto bene, ecco perché al centro della prima pagina di oggi del Quotidiano del Popolo troviamo un articolo dal titolo significativo “Per un mondo migliore. I sentimenti sotto il cielo di Xi Jinping”. “Sotto il cielo” traduce 天下, un concetto complesso e fondamentale per la visione dell’ordine mondiale cinese. Il significato specifico ce lo fornisce lo stesso Quotidiano del popolo, si tratta di 以天下为己任ovvero “assumersi la responsabilità del destino di un paese”, dove per paese si intende la comunità dei popoli, la civiltà umana nella sua interezza. Lo stesso Quotidiano non tarda ad affiancare alla coppia di caratteri 天下un’altra coppia di caratteri 大同 (la Grande Armonia, la società ideale) completando così il riferimento alla tradizione confuciana e al concetto di 天下大同 (la grande armonia sotto il cielo) dove 大同 implica 人人为公 “ogni individuo è parte della comunità” fino ad arrivare alla fratellanza universale entro i quattro mari 四海之内皆兄弟也. L’articolo prosegue ricordando i grandi progetti globali cinesi: la via della seta, la comunità per il destino condiviso del genere umano, l’armonia tra uomo e natura, ecc.
In un articolo del 29 giugno del Quotidiano del Popolo Xi Jinping fissa le tre domande fondamentali del buon compagno: “Per chi? Su chi fare affidamento? Chi sono io?”. Risposte nette e categoriche sono impossibili. Queste sono le domande che deve tenere a mente l’osservatore occidentale che vuole realmente comprendere la prospettiva cinese.
Vediamo emergere un’osmosi tra ciò che è interno e ciò che è internazionale. Diventano allora legittime le richieste di certezza, affidabilità, prevedibilità, trasparenza e cooperazione degli stati nel panorama delle relazioni internazionali.
Xi Jinping conclude il suo discorso salutando i compatrioti nel continente, a Macao, a Hong Kong e a Taiwan, e augura lunga vita al Partito e all’eroico popolo cinese.
La citazione di questo contributo è: Cardillo I., 100 anni del Partito Comunista Cinese, in Istituto di Diritto Cinese, 1 luglio 2021, disponibile all’indirizzo https://dirittocinese.com/?p=2008.