Le letture sono una costante nella formazione del giurista cinese. Fin dai banchi universitari gli studenti si preparano per essere accettati dai maestri/tutor, per i corsi post lauream, anche attraverso letture di più o meno ampio respiro. Tra i documenti che si presentano al momento della candidatura c’è anche la lista dei libri letti. Ho potuto constatare ciò personalmente, in occasione della mia partecipazione come membro della commissione giudicatrice del concorso di ammissione alla scuola di dottorato della mia università . Non sono infrequenti i casi in cui sono gli stessi tutor a redigere una lista dei libri da leggere per essere ammessi nella propria “scuola”. In cinese per indicare l’appartenenza alla scuola di un maestro si dice “entrare nella sua porta” (入门).
Quest’abitudine alla lettura non abbandona gli studenti una volta divenuti docenti, è infatti necessario continuare a tenersi aggiornati sugli sviluppi della letteratura scientifica, e molto spesso circolano delle liste che individuano i contributi più importanti pubblicati di recente. In questa esigenza di aggiornamento svolgono un ruolo importante le case editrici che pubblicano traduzioni in cinese di testi stranieri. Le loro liste, oltre ad aggiornare i giuristi circa le nuove pubblicazioni, di fatto contribuiscono a disegnare l’immagine che del diritto occidentale si ha in Cina (immagine contro cui si scontra il giurista occidentale, ed in particolare quello europeo, quando entra in contatto con il mondo accademico cinese). Le loro scelte editoriali hanno quindi un impatto molto forte sullo sviluppo del pensiero giuridico cinese. Il lavoro di traduzione dei testi occidentali ha radici molto lontane che possono ben essere individuate nella politica di “studio dell’Occidente” iniziata in tarda epoca Qing. Da allora, quasi ininterrottamente, case editrici specializzate in traduzioni si sono sobbarcate l’onere di introdurre in Cina il diritto occidentale.
La società di Pechino麦读MyRead, specializzata nel campo della formazione e della cultura, ha pubblicato l’elenco dei “buoni libri”, così recita il titolo, recentemente disponibili in traduzione cinese, che i giuristi sono invitati a leggere nei prossimi due anni.
- Plea Bargaining Outside the Shadow of Trial di Stephanos Bibas;
- The Establishment: And How They Get Away With It di Owen Jones;
- Unfair: The New Science of Criminal Injustice di Adam Benforado;
- The Bramble Bush: On Our Law and Its Study di Karl N. Llewellyn;
- Law in America: A Short History di Lawrence M. Friedman;
- Richard Posner di William Domnarski;
- Liberty Defined: 50 Essential Issues That Affect Our Freedom di Ron Paul;
- Legal Writing in Plain English: A Text with Exercises, 2 ed., di Bryan A. Garner;
- The Case of the Speluncean Explorers: Nine New Opinions di Peter Suber;
- Legal Theory Lexicon di Lawrence B. Solum;
- Impact: How Law Affects Behavior, di Lawrence M. Friedman;
- The Big Trial: Law As Public Spectacle di Lawrence M. Friedman;
- #Republic: divided democracy in the age of social media di Cass R. Sunstein;
- The History of Torture di Brian Innes;
- Sex and the Constitution: Sex, Religion, and Law from America’s Origins to the Twenty-First Century di Geoffrey R. Stone;
- Learned Hand: The Man and the Judge, 2 ed., di Gerald Gunther;
- Narconomics: How to Run a Drug Cartel, What big business taught the drug lords di Tom Wainwright;
- Why They Kill: The Discoveries of a Maverick Criminologist di Richard Rhodes;
- Raccolta di leggi e decreti urgenti di Eiichi Makino (giurista giapponese, 20 marzo 1878 – 18 aprile 1970).
La citazione di questo contributo è: Cardillo I. (a c. di), Le letture dei prossimi due anni dei giuristi cinesi, in Istituto di Diritto Cinese, 12 dicembre 2017, disponibile all’indirizzo https://dirittocinese.com/2017/12/14/le-letture-dei-prossimi-due-anni-dei-giuristi-cinesi/