Il 26 settembre del 2023 a Pechino, l’Ufficio Informazioni del Consiglio di Stato ha tenuto una conferenza stampa, con lo scopo di annunciare la pubblicazione del Libro Bianco, dal titolo “Uniamo le mani per costruire una comunità per un destino condiviso del genere umano: iniziative e azioni della Cina”.
Il Libro Bianco si propone di implementare in profondità il “Pensiero di Xi Jinping di un socialismo con caratteristiche cinesi di nuova generazione” e il “Pensiero di Xi Jinping sulla diplomazia”.
A distanza di un decennio dalla compiuta ideazione, ad opera di Xi Jinping, del concetto di “comunità per un destino condiviso del genere umano”, il Libro Bianco ne elabora sistematicamente il contesto, le connotazioni, il percorso di realizzazione e il significato globale, mettendone in luce le plurime azioni poste in essere dalla Cina per la sua progressiva attuazione ed invitando la comunità internazionale a sostenerne i valori per costruire un mondo migliore.
Con la sua pubblicazione, in particolare, la Repubblica Popolare Cinese intende aiutare le persone di ogni ceto sociale e la comunità internazionale nel suo complesso a comprendere il significato di vasta portata della “comunità per un destino condiviso del genere umano”, nonché a favorire una comprensione più chiara degli ambiziosi obiettivi della “diplomazia da grande potenza con caratteristiche cinesi.”
Il documento invita, quindi, ad impegnarsi per costruire un mondo aperto, inclusivo, pulito e bello che goda di una pace duratura, di una sicurezza universale e di una prosperità comune, trasformando in realtà il desiderio delle persone per una vita migliore.
Il Libro Bianco si compone di tre parti, ovvero Prefazione, Testo Principale e Considerazioni Conclusive, per un totale di 22.000 caratteri cinesi. Il Testo Principale, a sua volta, si compone di cinque parti: 1) L’umanità si trova ad un crocevia storico; 2) Rispondere alle domande dei tempi e descrivere la visione del futuro; 3) Radicarsi nel terreno profondo della storia e della cultura; 4) Accanto all’attuale direzione degli obiettivi, avere anche un percorso di realizzazione; e 5) la Cina come promotrice e realizzatrice.
Il Libro, edito dalla Casa editrice del popolo e dalla Casa editrice delle lingue straniere, e distribuito in tutte le librerie Xinhua, è stato pubblicato in otto lingue: cinese, inglese, francese, russo, tedesco, spagnolo, arabo e giapponese.
Al fine di chiarirne al pubblico il contenuto è stata indetta una conferenza stampa cui hanno partecipato Wang Yi, membro dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, nonché ministro per gli affari esteri, Cong Liang, vicedirettore della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, Li Qun, vice ministro della cultura e del turismo e direttore dell’Amministrazione statale dei beni culturali, e Zhao Fengtao, vicedirettore dell’Agenzia cinese per la cooperazione allo sviluppo internazionale.
Nel corso della conferenza stampa, inoltre, con riferimento alla concretizzazione di tale concetto, sono stati affrontati:
a) il legame tra la Belt and Road Initiave e la promozione della cultura ecologica;
b) l’impegno del Partito Comunista Cinese negli scambi bilaterali, a livello regionale e globale, con i partiti politici di tutto il mondo;
c) l’impegno della Repubblica Popolare Cinese nella cooperazione internazionale, nel rafforzamento degli scambi culturali e nell’attuazione dell’obiettivo di sconfiggere la povertà, primo obiettivo di sviluppo sostenibile incluso nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Costruire una Comunità per un Destino Condiviso del Genere Umano: la riforma della governance globale secondo la saggezza cinese
Quest’anno, come segnalato da Wang, ricorre il decimo anniversario della proposta di Xi Jinping per la costruzione di una comunità per un destino condiviso del genere umano.
Tale termine politico, originato a partire dalle domande “Cosa c’è che non va nel mondo e cosa dovremmo fare al riguardo?”, è stato esposto dallo stesso Xi in numerosi contesti internazionali, dalle visite di Stato ai summit multilaterali.
Xi propone un nuovo tipo di relazioni internazionali, con il perseguimento dei seguenti cinque obiettivi: 1) promuovere la costruzione di un mondo caratterizzato da pace duratura; 2) insistere nel costruire, condividere e promuovere un mondo di sicurezza universale; 3) insistere su una cooperazione vantaggiosa per tutti e sulla promozione di un mondo dove vige la prosperità comune; 4) insistere sugli scambi, sulla comprensione reciproca e sulla promozione di un mondo aperto e inclusivo; 5) insistere sulla transizione ecologica e sulla bassa carbonizzazione, nonché sulla promozione di un mondo pulito e bello.
In tale contesto la Belt and Road Initiative assume il ruolo di piattaforma pratica, mentre la Global Development Initiative, la Global Security Initiative e la Global Civilisation Initative sono i pilastri del suo sistema teorico e scientifico.
“I fiori della primavera danno i loro frutti in autunno, e dieci anni di duro lavoro hanno già dato i loro frutti”, ha dichiarato Wang. Grazie ad un’intensa attività diplomatica, l’idea di costruire una comunità per un destino condiviso del genere umano ha conseguito i suoi frutti. Sia sul piano bilaterale che multilaterale, sia a livello globale che regionale, la Cina è riuscita, infatti, a costruire differenti forme di comunità per un destino condiviso del genere umano.
La Global Development Initiative e la Global Security Initiative, ad esempio, hanno ricevuto il sostegno di oltre cento nazioni e altrettanto accogliente è stata la ricezione della Global Civilisation Initiave.
La soluzione cinese, consistente nel costruire una comunità per un destino condiviso del genere umano, è stata perfino individuata da Xi come chiave per risolvere le grandi sfide globali del nuovo millennio, come la salute, il cambiamento climatico e la sicurezza informatica.
Il consenso internazionale, poi, ha fatto sì che tale principio fosse incluso in documenti di grande rilevanza politica, come le risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e le dichiarazioni rilasciate nell’ambito di istituzioni multilaterali, quali l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (il c.d SCO) e le riunioni dei BRICS.
Sul piano interno, invece, la promozione di tale principio è oggi sancita dalla Costituzione Cinese e dallo statuto del Partito Comunista Cinese. Su di esso si fonda, inoltre, il percorso cinese verso la modernizzazione. A detta di Wang, ciò dimostra che la Cina è impegnata a intraprendere un percorso di modernizzazione diverso da quello delle tradizionali potenze occidentali, giacché individua come scelta strategica lo sviluppo pacifico. Ne consegue che, nel promuovere la costruzione di una comunità per un destino condiviso del genere umano, la Cina collocherà il proprio sviluppo nel contesto dello sviluppo comune di tutti i paesi, collegherà strettamente il proprio futuro con quello dell’umanità e continuerà a fornire al mondo nuove opportunità attraverso il proprio rinnovato sviluppo.
Secondo la visione cinese, pertanto, se si intende comprendere le leggi della storia e promuovere lo sviluppo umano, occorre abbracciare la costruzione di una comunità per un destino condiviso del genere umano, elevata a soluzione inevitabile. Le parole di Wang aiutano a chiarire il concetto: “Negli ultimi anni, nonostante siamo stati afflitti da guerre commerciali, da nuove epidemie e crisi geopolitiche, con colpi di scena, la marea della globalizzazione sta ancora avanzando. Il mare dell’economia mondiale non si è ritirato e non si ritirerà in laghi isolati e in fiumi. Le persone di tutti i paesi sono profondamente consapevoli che, di fronte al peggioramento della crisi globale, nessuno può farcela da solo, e nessuno può fare tutto; solo lavorando insieme sulla stessa barca, in solidarietà e collaborazione possiamo uscire dal ciclo storico di guerra e pace, prosperità e recessione, ordine e caos.”
In tal guisa, la costruzione di una comunità per un destino condiviso del genere umano si pone come alternativa alla tradizionale teoria delle relazioni internazionali, fondata sull’egemonismo, sulla pratica del conflitto, sul gioco a somma zero, caratteristiche che la rendono incapace di affrontare la realtà attuale.
Occorre, quindi, sostituire il confronto e il bellicismo con la promozione dello sviluppo pacifico, la sicurezza assoluta con la sicurezza comune, il gioco a somma zero con un approccio vantaggioso per tutti.
Per evitare l’insorgere di una nuova guerra fredda e lo scontro di civiltà, bisogna mirare al beneficio universale, alla comprensione reciproca e alla cura del pianeta terra, la nostra casa comune.
In tal senso, come ravvisato da Wang, il concetto qui esposto ha origine nei geni della cultura tradizionale cinese, nei valori “una sola comunità sotto il cielo” 天下为公 e “armonia tra le nazioni” 协和万邦.
Che tipo di mondo costruire e come costruirlo?
Il ministro Wang ritiene che il mondo sia nel mezzo di un cambiamento radicale, mai visto negli ultimi cento anni. Si assiste, infatti, ad una concorrenza geopolitica sempre più feroce, all’emergere di una mentalità da guerra fredda, mentre si rafforza il pericolo di pratiche egemoniche da parte delle grandi potenze e continuano ad aumentare le sfide non tradizionali alla sicurezza, come il terrorismo, gli attacchi informatici, la criminalità transnazionale e la biosicurezza.
Occorre, dunque, domandarsi che tipo di mondo costruire e come costruirlo.
Wang offre prontamente la risposta, ribadendo che, adoperando lo scontro e i giochi a somma zero, non esiste futuro per l’umanità. Solo la costruzione di una comunità per un destino condiviso del genere umano può dare speranza ai popoli del mondo, perché “la luce non arriva autonomamente; il futuro deve essere creato insieme”.
Ciò si traduce, sul piano giuridico-politico, nel rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti gli Stati, nel rispetto per gli interessi e le preoccupazioni principali di ciascuno, nel rispetto per il sistema sociale e per il percorso di sviluppo scelto dai popoli.
Al fine di rendere più equo e ordinato il processo mondiale di multipolarizzazione, bisogna praticare attivamente un vero multilateralismo. È necessario, poi, opporsi allo scontro tra campi e circoli esclusivi ristretti. Bisogna, piuttosto, intraprendere un nuovo percorso di interazione tra stati basato sul dialogo, non sul confronto, e sulla partnership, non sull’alleanza.
Nel discorso di Wang assume valore anche il tema della sicurezza universale, sostenuta da un concetto di sicurezza globale, comune, cooperativo e sostenibile. Ciò comporta la risoluzione delle controversie e delle differenze attraverso il dialogo e la consultazione, nonché il contrasto all’espansione sconsiderata delle alleanze militari e alla compressione dello spazio di sicurezza di altri paesi. Occorre, poi, integrare meglio il mantenimento della sicurezza nei settori tradizionali e non tradizionali, accelerare il rafforzamento del dialogo e della cooperazione in settori quali la biosicurezza, la sicurezza informatica, la sicurezza dei dati e la sicurezza dell’intelligenza artificiale, e lavorare insieme per prevenire i rischi.
Al tempo stesso, occorre instillare maggior fiducia nello sviluppo comune.
A tal proposito, la chiave dello sviluppo comune è guidare il mantenimento della direzione corretta della globalizzazione, opporsi al decoupling, alla rottura delle catene e al principio “small yard, high fence”, resistere al protezionismo e alle sanzioni unilaterali, e promuovere la costruzione di un sistema di equilibrio economico internazionale che sia giusto, ragionevole e trasparente. In tale contesto, i paesi in via di sviluppo devono essere meglio integrati nella divisione internazionale del lavoro, e i frutti dello sviluppo devono andare a beneficio di tutti i popoli, in modo più ampio e più giusto.
La Cina, inoltre, deve farsi promotrice della comprensione reciproca tra le civiltà, sostenendo la coesistenza pacifica e armoniosa di diverse civiltà, opponendosi alla dicotomia tra democrazia e autoritarismo, all’imposizione altrui di valori e modelli, così da promuovere lo sviluppo creativo della civiltà umana.
In conclusione, è essenziale intraprendere più azioni per la protezione ecologica. La chiave è mettere in pratica il concetto di convivenza armoniosa tra essere umano e natura, ponendo le basi per la costruzione di una civiltà ecologica globale. A tal scopo, occorre aderire al percorso di basse emissioni di carbonio, riciclaggio e sviluppo sostenibile, costruire un sistema di governance globale del clima giusto, ragionevole e vantaggioso per tutti, e unire le forze per proteggere la Terra.
Le azioni cinesi per la costruzione di una comunità per un destino condiviso del genere umano
Yang Sheng e Li Xuanmin segnalano, sul Global Times, che fino allo scorso luglio più di tre quarti dei paesi del mondo e oltre trenta organizzazioni internazionali hanno firmato accordi di cooperazione lungo la Belt and Road. A loro detta, la BRI, che ha avuto origine in Cina, crea opportunità e risultati a beneficio di tutto il mondo. Come afferma il Libro Bianco, infatti, si tratta di un’iniziativa di cooperazione economica, non di alleanze geopolitiche o militari, ed è un processo aperto e inclusivo che non prende di mira né esclude alcun partito.
Gli autori, tra i progetti simbolo della BRI, segnalano, in particolare, la ferrovia Cina-Laos, entrata in funzione il 3 dicembre 2021, con 167 tunnel e 301 ponti costruiti in 11 anni, per una lunghezza complessiva di 1.035 chilometri. La costruzione della ferrovia ha creato più di 110.000 posti di lavoro locali e, a beneficio della popolazione locale, ha contribuito a costruire circa 2.000 chilometri di strade e canali per i villaggi lungo la ferrovia.
Sul piano della pace e della sicurezza internazionale, il Libro Bianco evidenzia, invece, i plurimi sforzi profusi dalla Cina, in qualità di grande Paese responsabile, per la risoluzione delle crisi internazionali e regionali, come la questione nucleare iraniana e le crisi originatesi nella penisola coreana, in Palestina, in Siria, in Afghanistan.
Sulla questione ucraina, in particolare, si riporta che la Cina ha promosso attivamente i colloqui di pace, ha avanzato quattro punti, quattro azioni che la comunità internazionale dovrebbe fare insieme, nonché tre osservazioni. Ha, inoltre, reso nota la propria posizione sulla soluzione politica della crisi ucraina e ha inviato in Ucraina un rappresentante speciale per gli affari eurasiatici, con lo scopo di impegnarsi in ampie interazioni con le parti interessate.
Sul fronte mediorientale, poi, attraverso la mediazione della Cina, l’Arabia Saudita e l’Iran hanno raggiunto una riconciliazione storica all’inizio di quest’anno, catalizzando un’ondata di riconciliazione in Medio Oriente. La Cina, infine, svolgendo un ruolo costruttivo nella promozione della pace e dello sviluppo, ha rafforzato la cooperazione internazionale in settori quali la lotta alla pandemia di COVID-19, la lotta ai disordini nella governance del cyberspazio e la sfida climatica globale.