Invalidità del contratto per servizi di Click Farm

27 Set 2022 | Diritto privato, Giustizia

Controversia da contratto di servizio di rete: Chang Wentao contro Xu Ling, e Ma Fenggang. Sentenza n. 2547 del 2019 Internet Court di Pechino, sezione civile primo grado.

Il presente caso è stato scelto dalla Suprema Corte del Popolo come uno dei dieci casi modello in tema di controversie legate ad attività su internet, e pubblicato con interpretazione giudiziale del 31 maggio 2021.  

Fatti

L’11 settembre 2017, Xu Ling chiede a Chang Wentao, attraverso il suo account WeChat, un servizio di “click farm”. Dopo una negoziazione, il 15 settembre 2017, le due parti raggiungono un accordo sui “requisiti del click farm” fissando il compenso del Cost Per Mille (CPM) dei visitatori unici (UV) a 0,9 yuan. L’accordo inoltre prevede che la tariffa del servizio dovrà essere calcolata in base alle statistiche fornite dalla piattaforma terza CNZZ, così come richiesto da Xu Ling. Dal 15 settembre 2017, Chang Wentao fornisce a Xu Ling i servizi di click farm richiesti. Il 20 settembre 2017, Xu Ling paga a Chang Wentao una commissione di servizio pari a 229 yuan tramite trasferimento di denaro via WeChat. Il 9 ottobre 2017, entrambe le parti concordano un aumento del compenso a 1,1 yuan per CPM di UV. Successivamente, Chang Wentao chiede a Xu Ling di saldare quanto dovuto. Il 23 ottobre 2017, Xu Ling risponde tramite WeChat che “il personale finanziario gestisce le fatture e il pagamento sarà effettuato oggi”. Per il periodo successivo, e fino al 3 novembre 2017, Xu Ling modifica unilateralmente l’accordo relativo all’ “utilizzo delle statistiche fornite dalla piattaforma terza CNZZ come base di calcolo”, utilizza le statistiche fornite dalla parte A come base per il calcolo, e versa la somma di 16.293 yuan. Chang Wentao cita in giudizio Xu Ling chiedendo il pagamento di un compenso pari a 30.743 yuan, più interessi, così come risultante dall’utilizzo della piattaforma originariamente indicata. 

Decisione

In fase di giudizio, il tribunale del popolo ha ritenuto che il “click farm” violasse gli interessi degli operatori di mercato e degli utenti della rete e, infine, danneggiasse gli interessi pubblici. Ha pertanto accertato l’invalidità del contratto di “click farm” concluso tra le parti, e respinto la richiesta di Chang Wentao.

Motivazione della Suprema Corte del Popolo per la selezione del caso come caso modello

Il caso in esame è il primo in cui il trading del “click farm” è applicato su scala nazionale. Il traffico reale dei prodotti sulla rete può riflettere la popolarità e la qualità di tali prodotti, ed è anche un fattore chiave nella selezione dei prodotti da parte degli utenti. In questo senso, il “click farm” può operare una vera e propria distorsione del mercato. Nella sentenza si precisa che un contratto stipulato con l’obiettivo di vendere “click farm” viola l’ordine pubblico e il buon costume, lede l’interesse pubblico, e deve pertanto essere invalidato. Ad entrambe le parti coinvolte nel contratto non è permesso di realizzare profitti sulla base del “click farm”. Oltre a dichiarare l’invalidità del contratto, il tribunale del popolo deve confiscare il profitto realizzato dalle parti nell’esecuzione del contratto. Il giudizio valuta negativamente il “click farm” e marca un passo significativo per stabilire l’integrità della rete e migliorarne la capacità di governance. 

Commenti degli esperti

Il “traffico” è diventato una sorta di “ricchezza” nell’era della rete. In virtù dei voti positivi dei clienti, il volume delle vendite di un commerciante di e-commerce può essere notevolmente aumentato; e in virtù di un grosso numero di “fan”, un commerciante di e-commerce può guadagnare ricchi introiti pubblicitari. Pertanto, esiste un’industria illegale che fornisce servizi di “click farm”, e i prezzi sono chiaramente contrassegnati sulla base di Page View (PV), UV e IP.

Il presente caso è una controversia derivante da un contratto di “click farm”. È noto che il traffico risultante da “click farm” non riflette il traffico effettivo di un sito web. L’elevato traffico generato dal “click farm” è ovviamente un’esagerazione delle prestazioni di un sito web, con l’obiettivo di frodare o fuorviare i consumatori e ingannare gli operatori commerciali. La situazione più comune è attirare i consumatori con un volume di scambi falso, e fuorviare il pubblico con commenti positivi inventati. Il “click farm” non solo danneggia direttamente gli interessi dei consumatori, ma anche gli interessi di altri legittimi commercianti. Nessuno può trarre profitto ledendo l’interesse pubblico, e il contratto stipulato deve essere invalidato a norma di legge. Inoltre, il profitto realizzato con tale contratto non può essere tutelato dalla legge. Pertanto, le pretese dell’attore non dovrebbero essere sostenute. Nel frattempo, non dovrebbe essere tutelato neppure il profitto ottenuto dal convenuto.

(Guo He, professore alla Renmin University of China e vice preside dell’Accademia della Proprietà Intellettuale)

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