In dialogo con il prof. Chen Baifeng. Terra, società e diritto nella Cina rurale

21 Mar 2020 | Diritto privato, Economia, Legislazione, Sociologia

Intervista al prof. Chen Baifeng, professore ordinario di sociologia del diritto e teoria generale del diritto, vicepreside della facoltà di giurisprudenza della Zhongnan University of Economics and Law dove dirige il Centro studi sulla società rurale, consigliere dell’Associazione cinese per la teoria del diritto, direttore esecutivo dell’Istituto di ricerca per la sociologia del diritto dell’associazione cinese di sociologia.

Intervista raccolta da Marco Furlanetto, laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Trento.

Sul rapporto tra la terra e la società rurale. 

Diritto Cinese: Come descriverebbe il rapporto della società rurale con la terra?

Chen Baifeng: La terra è fondamentale perché è la risorsa più importante per la società rurale, più di 900 milioni di persone lavorano la terra, oggi metà dei cinesi vive grazie alla terra.

Diritto Cinese: Come ha inciso questo rapporto sulla costruzione della società, sui rapporti che le persone hanno creato? Ci sono delle specificità nei rapporti tra le persone che hanno inciso sul percorso di riforma?

Chen Baifeng: Penso che il ragionamento debba essere sviluppato al contrario se ci si riferisce al contesto giuridico. Proprio la tipologia dei rapporti che le persone avevano tra loro ha inciso sugli istituti relativi alla terra. Proprio in ragione delle esigenze relative ai rapporti tra le persone si è dato forma alla parte dell’ordinamento che riguarda la terra. 

La Cina ha una grande popolazione e, tutto sommato, una superfice ridotta. Abbiamo quindi numerosi contadini ma poca terra. Ogni persona ha circa 2 mu (1.334 mq) in molte aree geografiche del paese. Ogni contadino ha circa 1000 mq. Rispetto agli USA e ai paesi dell’Unione Europea i contadini cinesi hanno pochissima terra. Ci riferiamo qui alla singola persona, e non alla famiglia. In genere una fattoria possiede più terra: circa 5000 mq. 

Diritto Cinese: Come fa la Cina quindi a soddisfare le proprie esigenze di consumo se la quantità di terreno per ogni contadino è così scarsa?

Chen Baifeng: Noi utilizziamo questo capitale in modo molto efficace, da noi la produzione per metro quadrato è molto più ricca rispetto a quella occidentale. L’obiettivo è ottenere la massima produttività possibile. Io trascorro spesso periodi di ricerca in America, e noto come le famiglie americane abbiano spesso estensioni di terreno maggiori di un intero villaggio cinese di 2000 persone.

L’urbanizzazione e la Cina rurale. 

Diritto Cinese: In relazione al fenomeno dell’urbanizzazione, qual è a suo giudizio l’elemento più importante della società cinese? Fei Xiaotong ci insegna che la famiglia ha un’importanza capitale nella società rurale. Qual è la sua influenza su questo fenomeno? Come descriverebbe le sue recenti evoluzioni?

Chen Baifeng: La duplice struttura del sistema cinese, che divide la città dalla campagna, è la caratteristica più importante della società cinese. Tra queste due realtà c’è un rapporto dinamico e reciproco, molti sono quelli che si spostano in città ma contemporaneamente ci sono anche molte persone che tornano nelle campagne.

Possiamo considerare gli effetti dell’urbanizzazione sulla centralità della famiglia da due prospettive: la sua influenza sulla struttura familiare stessa e la sua influenza sul lavoro dei contadini. L’urbanizzazione se da un lato divide la famiglia, dall’altro le garantisce un doppio reddito, uno derivante dai campi e un altro dal lavoro in città. Gli anziani, e spesso anche le donne, restano a casa in campagna e lavorano la terra, mentre gli uomini e i giovani vanno a lavorare in città. La famiglia può contare così su due entrate. Pensiamo al caso di carestie o di disastri naturali. In passato per i contadini non c’era rimedio alla perdita del raccolto, oggi, al contrario, la famiglia può contare anche sul lavoro in città. Si tratta di redditi differenziati per luogo e tipologia, che garantiscono maggiore sicurezza.

Diritto Cinese: Sul piano economico certamente si tratta di un punto di vantaggio, ma su quello umano e sociale? E sulla struttura giuridica della famiglia ci sono cambiamenti?

Chen Baifeng: L’urbanizzazione ha influenzato molto la vita nelle campagne anche sotto questi profili. Un esempio è la questione giovanile. Molti giovani vanno a lavorare in città e lasciano i propri figli in custodia ai nonni, i quali però, vista la loro età, non sono in grado di educarli propriamente. Questi giovanissimi rischiano di non ottenere un’educazione e molto spesso diventano piccoli criminali. Il numero di reati commessi in aree rurali da questi ragazzi continua a salire. Questa è sicuramente una delle peggiori conseguenze sociali dell’urbanizzazione.

I cambiamenti in corso non influenzano molto la famiglia in quanto soggetto di diritto. La famiglia conserva la sua definizione giuridica ma di fatto è frammentata.

Diritto Cinese: La cura degli anziani, secondo la sua esperienza, ha subito dei cambiamenti? Se i figli lavorano in città, lontano dai genitori, non possono più prendersi cura di loro. Come si è fatto fronte a questo problema? 

Chen Baifeng: Questo è effettivamente un problema molto sentito e la sua causa è dovuta appunto all’allontanamento dei figli dai luoghi di vita dei genitori. Emblematici sono i casi in cui lavoratori in città hanno scoperto del decesso dei propri genitori solo dopo molto tempo. Prima di questo fenomeno gli anziani non lavoravano molto, oggi invece perfino settuagenari sono costretti a lavori agricoli molto pesanti.

Per rispondere a questo problema si stanno avviando numerose politiche a sostegno degli anziani in campagna. Il governo ha riconosciuto anche ai privati la possibilità di aprire case di riposo. Molto sostegno è dato anche alle associazioni che promuovono attività di cura, tutela, e svago per gli anziani. 

Il diritto della terra. 

Diritto Cinese: Quale influenza ha avuto la riforma del diritto della terra, nota anche come il “sistema dei tre diritti”, sulla società rurale? 

Chen Baifeng: In quanto sociologo del diritto che svolge la propria attività di ricerca nei villaggi, posso affermare che sia il sistema dei tre diritti che la concessione in ipoteca del diritto di gestione esistevano già prima che il legislatore intervenisse. Oggi, semplicemente, si è data una forma legale a un fenomeno già presente. La riforma è intervenuta perché si avvertiva l’esigenza di avere una veste giuridica per le prassi già esistenti.

Si consideri che oggi in Cina ci si trova di fronte a un cambiamento epocale. Gli ultimi venti, trent’anni del nostro sviluppo ripercorrono cento, duecento anni di storia dello sviluppo occidentale moderno. Per noi oggi non vale il paradigma secondo cui la legge permette una condotta che solo successivamente può essere realizzata. Al contrario, spesso determinate condotte, soprattutto nel mondo economico, emergono prima nella prassi e solo in seguito recepite, o vietate, formalmente dall’ordinamento. Questo ci consente di avere maggiore elasticità e velocizza il nostro sviluppo, non solo giuridico ma anche economico.

La disciplina legale della materia è stata avvertita come necessaria solo nel momento in cui sono iniziate a sorgere molte dispute tra gli operatori del settore. Fissare gli elementi legittimi e quelli illegittimi è stata l’esigenza che ha richiesto l’intervento del legislatore. 

Attraverso la riforma del diritto di gestione della terra, il governo ha deciso di stabilizzare il fenomeno e di dargli una forma giuridica, dopo averlo lasciato liberamente fermentare nelle campagne. Tre esigenze fondamentali ne hanno permesso lo sviluppo: 1. Il desiderio delle fattorie e delle aziende di gestire terreni su vasta scala; 2. Il bisogno di soddisfare esigenze di varia natura delle comunità che alla terra sono legate e di cui ne sono proprietarie, 3. Il bisogno dei singoli contadini di gestire i fondi e di lavorarli, nonostante gli appezzamenti a disposizione fossero di piccole dimensioni.

In Cina la terra appartiene alle comunità rurali, ma la gestione appartiene alle famiglie. Grazie alla riforma si è riconosciuto il diritto di gestione come diritto separato dal diritto di proprietà, e se ne è disciplinata la cessione a terzi. Questo ha permesso lo sviluppo di aziende capaci di operare su larga scala, acquistando il diritto di gestione della terra dalle famiglie. Questa è sicuramente una delle innovazioni più importanti del legislatore.

In sintesi l’obiettivo principale della riforma è quello di garantire la sicurezza della società rurale in tutte le sue componenti fondamentali, compresa la tutela dei diritti connessi al fondo.

Diritto Cinese: Quali vantaggi può comportare per i contadini l’introduzione della possibilità di concedere in ipoteca il proprio diritto di gestione? Sappiamo che le fattorie sono principalmente di dimensioni ridotte, il terreno a disposizione è limitato, il credito accessibile potrebbe di conseguenza essere molto modesto. Quali sono le tendenze attualmente dominanti?

Chen Baifeng: Nel corso della mia esperienza nei villaggi, non ho mai assistito alla concessione in ipoteca del diritto di gestione sul terreno collettivo da parte dei contadini. La quantità di terreno è molto ridotta, l’ipoteca non è una modalità efficiente per ottenere finanziamenti. Inoltre il diritto di gestione non ha oggi un grande valore economico. Di fatto questo istituto non offre aiuto ai contadini.

Per quanto concerne le imprese, per ora ho avuto modo di assistere solo a pochi casi di concessione di ipoteca sul diritto di gestione. Tuttavia si deve registrare che nel caso di imprese e aziende l’ipoteca può essere uno strumento concreto per lo sviluppo delle attività.

Devo aggiungere che sul piano creditizio le banche nelle zone agricole sono piuttosto restie a concedere finanziamenti, salvo i casi in cui sia lo stesso governo locale o nazionale, a seconda delle zone e del tipo di intervento, ad imporlo. 

Va inoltre rilevato che il prezzo di mercato dei terreni è ancora molto basso e le banche non potranno che fornire finanziamenti molto ridotti. Se i terreni si trovano, invece, in zone limitrofe alle aree urbane o di interesse storico, allora in questo caso i terreni hanno un valore più elevato. 

Le politiche di sviluppo e gli strumenti di sostegno. 

Diritto Cinese: Quali saranno le possibili trasformazioni della società rurale nei prossimi anni? Se tanti giovani si spostano, chi resta a lavorare la terra?

Chen Baifeng: Non è possibile per noi mantenere il ritmo dello sviluppo degli anni passati, il tasso di crescita del prodotto interno lordo è in rallentamento. 

Non diventeremo mai come il Giappone, la Corea e Taiwan, paesi formati da sole città. La popolazione del nostro paese è troppo grande perché questo accada. Quindi non saremo mai completamente urbanizzati. Oggi abbiamo metà del popolo che vive nelle aree rurali e metà in quelle urbane. La crescita delle città, come quella dell’economia, sta rallentando, non credo che nei prossimi cinquant’anni assisteremo a un grande cambiamento nella struttura della società cinese.

Vorrei inoltre aggiungere che a mio parere la Cina sta crescendo in modo migliore rispetto ad altri paesi con una grande popolazione. Prendiamo l’India, il solo paese comparabile per dimensioni alla Cina. Qui il processo di urbanizzazione è avvenuto in modo disordinato attraverso uno spostamento della popolazione mal organizzato. In Cina tutto è avvenuto più gradualmente. Inoltre da noi non si trovano baraccopoli ai margini delle grandi città. Questo lo si deve proprio all’organizzazione della nostra società e soprattutto alla funzione di sicurezza sociale della terra. Grazie alla terra i contadini possono vivere bene e dignitosamente. Le politiche sono sempre più a sostegno dei contadini al fine di garantire loro gli standard minimi per una vita dignitosa. Questo secondo me è un punto fondamentale. Gli istituti relativi alla terra e alla sua gestione sono riusciti a  garantire la tutela della dignità umana negli ultimi decenni.

La nostra struttura sociale è molto flessibile. Da noi la società è costruita su due piani: quello agricolo e quello cittadino. Quando un giovane non trova lavoro in città può tornare a casa e riprendere il proprio lavoro di agricoltore. Il nostro paese, per molti aspetti, è ancora in via di sviluppo, soprattutto sul piano del welfare. Per questo motivo la possibilità di conservare il proprio lavoro nelle aree rurali è ancora più importante. La flessibilità della nostra organizzazione sociale è in grado, per ora, di far fronte a quelle esigenze che nelle società occidentali più sviluppate sono soddisfatte attraverso gli istituti pensionistici e assistenziali, e riesce in particolar modo a proteggere i giovani.

Diritto Cinese: Ci sono degli strumenti a sostegno dei redditi dei contadini per bilanciare il dislivello che ora esiste tra i salari in città e i profitti nelle campagne? Se sì, quali misure sta adottando il governo a tale proposito?

Chen Baifeng: Il nostro governo si sta occupando di questo problema, ritengo sia una delle attività più importanti per il nostro paese. Per affrontare al meglio questo problema si deve sempre tenere in considerazione anche l’enorme differenza del costo della vita, che è chiaramente molto più alto nelle città. Allo tempo stesso anche tra città ci sono grandi differenze. Shanghai e Pechino, ad esempio, hanno redditi e costi della vita paragonabili alle città occidentali. Poi ci sono le città di medie e piccole dimensioni, con standard molto diversi. Anche fattori geografici condizionano gli standard di vita. Le zone più orientali sono molto diverse dalle zone più occidentali del paese. Quando parliamo di reddito dobbiamo sempre considerare la relazione con il costo medio della vita in un determinato luogo.

Ciò premesso, il governo sta adottando molte misure. Ad esempio sono previsti diversi incentivi per i contadini in base alle tipologie di coltivazione, calcolati in relazione alle spese che dovranno essere sostenute. Questo tipo di aiuto è disponibile per tutte le varie coltivazioni. Altri aiuti sono destinati alle infrastrutture. Ad esempio nel caso dell’implementazione del sistema idraulico per l’irrigazione di una certa area, è lo stesso governo che interviene, poiché si tratta di interventi di vasta portata, destinati allo sviluppo dell’intera zona. Inoltre i contadini possono avvalersi della consulenza tecnica gratuita degli esperti, ad esempio del veterinario per la cura degli animali.

Per gli anziani e i bambini esistono appositi sussidi. I primi ricevono una somma di denaro integrativa del proprio reddito nel caso questo non raggiunga la soglia minima prevista dal governo. Per i secondi è prevista, in generale, l’esenzione dal pagamento della retta scolastica fino ai nove anni d’età. Per i bambini delle zone rurali l’esenzione è estesa anche a tutto il periodo delle scuole superiori. 

L’aiuto ai contadini è fondamentale per il nostro paese. Lo stato prevede altre tipologie di aiuto, oltre a quelle strettamente legate alla coltivazione. Si tratta di interventi volti a migliorare le condizioni di vita. Un esempio sono gli aiuti per la ristrutturazione delle abitazioni. 

Nel caso di calamità naturali, lo stato si fa carico della ricostruzione sia delle infrastrutture pubbliche che delle abitazioni private danneggiate. 

Io ho potuto beneficiare personalmente di questi aiuti. Durante i miei studi universitari, il mio villaggio e la mia abitazione furono travolti da un’alluvione. Il governo ha così ridotto di un terzo le mie tasse universitarie e provveduto alla ricostruzione della mia casa.   

Oggi le forme di sostegno ai contadini sono molto sviluppate. Per questo motivo quello dei contadini è il gruppo sociale che più apprezza e sostiene il governo socialista.

La citazione di questo contributo è: Cardillo I., Furlanetto M., In dialogo con il prof. Chen Baifeng. Terra, società e diritto nella Cina rurale, in Istituto di Diritto Cinese, 21 marzo 2020, disponibile all’indirizzo https://dirittocinese.com/2020/03/21/in-dialogo-con-il-prof-chen-baifeng-terra-societa-e-diritto-nella-cina-rurale.

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